11 Ottobre: cortei studenteschi contro tagli e nuova alternanza. “Fioramonti dimettiti”.

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Venerdì 11 ottobre in più di 20 città italiane gli studenti scenderanno in piazza con lo slogan “NON SAREMO I VOSTRI SCHIAVI”. La protesta studentesca punta il dito contro la proposta della nuova alternanza scuola-lavoro, scritta dal precedente governo e non ancora approvata dal Ministro Fioramonti, che diminuisce il monte ore minimo obbligatorio ma permetterebbe a scuole e aziende di aumentare in modo illimitato la durata degli stage per gli studenti. Inoltre la nota di aggiornamento del DEF, presentata giovedì dal Governo PD-5Stelle, prevede ulteriori tagli alla scuola. A sostenere e organizzare le manifestazioni i militanti del Fronte della Gioventù Comunista (FGC): previsti cortei in diverse città, da Torino fino a Bari, passando per grandi centri come Roma e Napoli.

“Se il Governo decide di approvare le nuove linee guida sull’alternanza gli studenti saranno costretti a svolgere centinaia di ore di lavoro in più, gratis e senza diritti” dichiara Simon Vial, presidente della Consulta di Torino e responsabile scuola del Fronte della Gioventù Comunista “Gli studenti rivendicano il ritiro immediato di questa proposta vergognosa. Vogliamo un monte ore massimo in stage, a oggi inesistente, un salario per gli studenti che lavorano e rivendichiamo la possibilità di esprimerci sui nostri progetti.“

“Nel frattempo il Governo prepara nuovi tagli all’istruzione per almeno 1,8 miliardi di euro nel solo 2020.  La situazione si fa insostenibile: con un crollo ogni tre giorni nei nostri edifici scolastici e dei costi sempre più alti per poter andare a scuola non possiamo più rimanere a guardare. Gli studenti non ci stanno e questo venerdì 11 ottobre saremo in piazza per rivendicare diritti e tutele in scuola-lavoro e un’inversione di rotta per i finanziamenti alla scuola pubblica. Fioramonti” – continua Vial attaccando l’esecutivo – “aveva promesso di dimettersi se non fossero stati stanziati almeno 3 miliardi a scuola e università. Ma ecco che il Governo, come i precedenti, si prepara ad attaccare ulteriormente l’istruzione pubblica. Oggi da studenti diciamo basta ai tagli, il ministro dia le proprie dimissioni!”

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