17-18 NOVEMBRE: MOBILITIAMOCI CONTRO IL GOVERNO MELONI. FERMIAMO IL GENOCIDIO IN PALESTINA, NO ALLA RIFORMA SCUOLA-AZIENDA!
DUE GIORNATE DI MOBILITAZIONE GENERALE. Venerdì 17 novembre, studenti medi, universitari e lavoratori di diversi settori sciopereranno e scenderanno nelle piazze di tutto il Paese contro la riforma scuola-azienda di Valditara, il massacro del popolo palestinese, la manovra finanziaria e più in generale contro le politiche del Governo Meloni. In circa 100 città italiane sono previste mobilitazioni e in 40 di queste sono stati indetti cortei studenteschi, mentre centinaia di migliaia di lavoratori del pubblico impiego, della scuola, dei trasporti e della logistica incroceranno le braccia aderendo allo sciopero. È un segnale significativo nel contesto generale di arretratezza del movimento operaio e studentesco, che certifica oggi più che mai la necessità di rispondere sul terreno politico all’attacco che il governo porta avanti attraverso riforme anti-operaie ed anti-popolari. Inoltre, sosteniamo e promuoviamo la manifestazione nazionale di Sabato 18 Novembre a Bologna lanciata congiuntamente ai Giovani Palestinesi d’Italia, UDAP, SI COBAS e altre realtà. Riteniamo necessario, dopo settimane di mobilitazioni di massa in Italia e nel mondo, alzare il livello della lotta, andando verso un’organizzazione più strutturata e incisiva delle iniziative a sostegno del popolo palestinese, attraverso il protagonismo operaio e dei lavoratori.
FERMIAMO IL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE. Nell’ultimo mese in Palestina sono state uccise 10 mila persone, di cui oltre 4000 erano bambini. Nella sola striscia di Gaza sono state bombardate oltre 200 scuole e decine di ospedali. Si tratta di un bilancio pesantissimo: quello a cui stiamo assistendo è un vero e proprio genocidio, di cui il Governo Meloni è complice, attraverso il sostegno incondizionato ai piani di morte del governo di Netanyahu, spinto dagli interessi euroatlantici nella regione. Non possiamo rimanere indifferenti. In tutta Italia gli studenti si mobilitano al fianco dei lavoratori e del popolo palestinese, per dire che serve fermare questo massacro. La maggioranza del popolo sostiene la giusta lotta del popolo palestinese. È inaccettabile che il nostro Paese sostenga l’uccisione indiscriminata di migliaia di persone in Palestina, che sia complice dei crimini di guerra del governo israeliano, che invii armi nel mondo per portare avanti i piani imperialisti della NATO, come da più di un anno e mezzo accade in Ucraina. Occorre denunciare la propaganda e le fake news con cui il governo Meloni e i giornali cercano di orientare l’opinione pubblica a sostegno del genocidio da parte del governo israeliano, con risultati preoccupanti e grotteschi, che dimostrano come vi è una distanza sempre maggiore tra la realtà narrata dal governo e quella percepita dal popolo. Nelle università di tutta Italia si susseguono occupazioni simboliche e azioni di agitazione con migliaia di studenti coinvolti nella solidarietà al popolo palestinese. È un elemento centrale e non scontato, che a partire dal 17 Novembre raccoglierà in una unica mobilitazione nazionale spezzoni universitari e di studenti medi contro il genocidio del popolo palestinese, per fermare il massacro.
CONTRO LA RIFORMA SCUOLA-AZIENDA, UTILE AI PADRONI, DANNOSA PER GLI STUDENTI. In particolare gli studenti medi si mobilitano in tutta Italia contro la riforma dell’istruzione voluta da Valditara. La riforma si divide in due parti: una prima prevede l’introduzione su larga scala della scuola superiore in 4 anni per i tecnici e i professionali e l’altra relativa al voto in condotta, con cui sarà più facile bocciare gli studenti, con penalizzazioni importanti sul voto di maturità. Si tratta di un attacco gravissimo al diritto allo studio: togliere un anno di scuole superiori senza rivedere interamente i programmi significa peggiorare ulteriormente la qualità dell’istruzione. Gli unici a trarne profitto saranno le aziende, che avranno voce in capitolo nei programmi didattici, orientando la formazione di migliaia di studenti ai propri interessi e che ne ricaveranno un continuo ricambio di manodopera a basso costo da spremere e sfruttare. La riforma sulla scuola del Governo Meloni riporta indietro l’istruzione pubblica di 50 anni, attaccando le conquiste del movimento dei lavoratori e degli studenti che hanno garantito numerosi diritti per una scuola pubblica, gratuita, di qualità e accessibile a tutti. Si tratta di un enorme regalo alla Confindustria, che tanto ha voluto questo provvedimento e che avrà a disposizione un sistema d’istruzione ancora più piegato ai suoi interessi. È uno schiaffo pesantissimo ai 200 mila studenti scesi in piazza l’anno scorso dopo la morte di 3 studenti in scuola-lavoro, un tentativo di colpire tutti quegli studenti che alzano la testa, che contestano il governo e che decidono di lottare per un futuro migliore.
SOSTENIAMO LO SCIOPERO DEI LAVORATORI. Le modalità di indizione dello Sciopero Generale del 17, con l’esclusione di settori fondamentali come i metalmeccanici, i chimici etc. rappresentano un arretramento ulteriore rispetto al livello di mobilitazione che oggi sarebbe necessario. Dopo mesi di proclami infuocati della segreteria Landini, la montagna ha partorito il topolino. La frammentazione degli scioperi in diverse date all’interno della divisione regionale ed amministrativa, indebolisce i lavoratori e fa perdere fiducia nello strumento della lotta. Le dirigenze confederali hanno una responsabilità chiara in tutto ciò ed è necessario di fronte ai lavoratori denunciarne le colpe e gli indirizzi dannosi. Ciononostante, in questa giornata diverse centinaia di migliaia tra insegnanti, lavoratori del pubblico impiego e dei trasporti incroceranno le braccia: da comunisti non possiamo chiudere gli occhi di fronte a questa realtà e occorre sostenere, nelle forme possibili, la riuscita dello sciopero, a partire da un elemento di unità con le mobilitazioni degli studenti. Dall’altra parte, una risposta controcorrente arriva da parte dei sindacati di base, in particolare dal SI COBAS, che aggregando attorno a sè importanti settori combattivi di lavoratori immigrati, ha deciso di convocare il 17 Novembre lo sciopero nazionale della logistica per colpire al cuore i profitti dei padroni bloccando le merci, contro il genocidio in Palestina e il governo Meloni. Così come accaduto a Genova, dove i portuali hanno manifestato davanti ai cancelli del porto contro l’invio di armi in Israele, fermare la guerra è possibile a partire dal protagonismo degli operai e da una loro irruzione sul terreno politico.
LO SCIOPERO È UN DIRITTO DEI LAVORATORI E NON SI TOCCA. Da giorni assistiamo ad un vergognoso attacco al diritto di sciopero da parte del Governo Meloni. Attraverso l’utilizzo politico della Commissione di Garanzia, per mano di Salvini, il governo ha precettato lo sciopero convocato dai sindacati confederali, per rimodularlo drasticamente nel settore dei trasporti, per la seconda volta nel giro di pochi mesi. Questo attacco è grave e si inserisce nell’inasprimento delle misure repressive nei confronti delle lotte dei lavoratori, degli studenti e più in generale degli strati popolari. Il diritto di sciopero è una conquista storica del movimento operaio, ottenuta grazie alle lotte dei lavoratori, al sangue versato per un futuro migliore, e in quanto tale oggi è fondamentale difenderlo senza tentennamenti. Lo sciopero è un diritto dei lavoratori, non sta al Governo deciderne le modalità.
Rispondiamo a intimidazioni, massacri e attacchi del Governo con la lotta. Il 17 e il 18 novembre tutti in piazza!