SCUOLA. FGC LANCIA PETIZIONE STUDENTESCA CONTRO BUONA SCUOLA.

In questi giorni il governo si appresta a varare la proposta di legge di riforma del sistema d’istruzione, contro cui in autunno gli studenti si sono battuti scendendo nelle piazze di tutta Italia, occupando le proprie scuole, costruendo assemblee e mobilitazioni per rivendicare la necessità di una scuola pubblica di qualità, che sia gratuita ed accessibile a tutti.  Il governo si è dimostrato completamente sordo a queste istanze, preferendo continuare sulla strada già percorsa dal governo Berlusconi, garantendo ingressi ai privati, modificando in peggio la condizione delle scuole.

Da tempo abbiamo avanzato alcune proposte che sono essenziali per rendere effettivo il diritto all’istruzione, in un Paese dove, anche a causa della crisi, uno studente su tre non riesce a diplomarsi e in cui la scuola pubblica rappresenta un costo sempre più insostenibile per le famiglie. Questi punti saranno, a partire dalle mobilitazioni del 12 marzo, oggetto di una petizione studentesca che punta a raggiungere 50.000 firme tra gli studenti delle scuole superiori di tutta Italia prima dell’approvazione del disegno di legge del governo.

Chiediamo il ritiro della proposta di riforma e la sostituzione con disegni di legge che riformando la scuola pubblica partano dalla richiesta di gratuità dell’istruzione: no ai contributi studenteschi, pieno finanziamento della scuola pubblica da parte dello Stato senza differenziazioni qualitative finalizzate a creare scuole di serie A e serie B; no ai finanziamenti diretti ed indiretti a livello nazionale, regionale e locale, alle scuole private; impegno da parte dello Stato a coprire i costi per i libri di testo, costatato il fallimento di qualunque politica contenitiva dei prezzi che gravano sulle famiglie; impegno delle istituzioni per la gratuità dei trasporti per gli studenti, con abolizione dei relativi vincoli economici del patto di stabilità. Per quanto attiene alla gestione delle scuole: rigetto dei poteri manageriali ai presidi, aumento della collegialità negli istituti; abolizione delle misure che consentono l’ingresso di fondazioni, imprese private, banche e altri enti privati nelle scuole. Ripensare la formazione professionale in modo che essa sia funzionale all’istruzione e ai diritti degli studenti e non all’interesse delle imprese; basta stages da sfruttamento, basta manodopera a basso costo e senza diritti per le aziende, no alla delega della formazione professionale ai privati. Piano straordinario per l’edilizia scolastica di 10 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, per rendere le scuole sicure e funzionali.

Le risorse necessarie sono indicate nel taglio del programma F-35 e nel contenimento della spesa militare, con il taglio delle missioni all’estero; tassazione delle rendite finanziarie e della speculazione, taglio dei finanziamenti alle scuole private. Ovviamente non ci aspettiamo che il governo, fedele agli interessi delle grandi impresse, e ai dettami di UE, BCE e FMI segua queste proposte, ma puntiamo ad aumentare la coscienza tra gli studenti e togliere ogni alibi al governo. Noi non rigettiamo la consultazione e avanziamo proposte chiare, saranno loro ad assumersi la responsabilità di respingerle, chiarendo a tutti, oltre proclami e belle parole, quale è la natura di questo governo.

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