NON UNA BASE, NON UN SOLDATO PER LA GUERRA IMPERIALISTA. Dichiarazione sull’escalation tra USA-NATO-UE e Russia in Ucraina.

grafica-ucraina-x-sito

La tensione tra le forze USA, della NATO e dell’Unione Europea e quelle della Federazione Russa continua a crescere sul fronte ucraino. Da settimane si susseguono retorica e dichiarazioni sempre più aggressive, con una battaglia di propaganda e informazione accompagnata da manovre militari da far pesare nelle trattative diplomatiche. La pericolosa escalation degli ultimi giorni sta evidenziando concretamente il rischio che la competizione inter-imperialista che da anni ha come teatro l’Ucraina sfoci in una guerra aperta.

Le borghesie dei paesi coinvolti sono incapaci, al momento, di trovare un accordo di compromesso sul piano diplomatico. È per questa ragione che si rafforzano in modo così aggressivo i piani per una “soluzione” militare della questione: “la guerra è una continuazione della politica con altri mezzi”.
La competizione imperialista in Ucraina non è stata affatto pacifica né indolore, fino ad ora. Sin dall’Euromaidan e dal colpo di Stato del 2014, gli USA e diversi paesi UE hanno perseguito l’obiettivo di rafforzare in Ucraina un governo apertamente anti-russo, sostenendo senza alcuno scrupolo forze ultra-nazionaliste e, in alcuni casi, persino gruppi neo-nazisti. In questo contesto ebbe luogo il rogo della casa dei sindacati di Odessa, mentre la popolazione civile e la classe operaia del Donbass hanno sofferto migliaia di morti ed enormi privazioni.

Il governo Draghi si sta spendendo direttamente in questo contesto. Il ministro degli esteri Di Maio rilascia dichiarazioni ultra-retoriche sullo sforzo diplomatico che sta mettendo in campo, mentre si allinea alle decisioni di diversi paesi europei, riducendo la presenza diplomatica al minimo e invitando i propri cittadini a lasciare l’Ucraina. Nel frattempo, l’esercito italiano, proprio in questi giorni, ha partecipato massicciamente all’esercitazione NATO “Neptune Strike 2022” nel Mediterraneo. Il ministro della difesa Guerini ha dichiarato pubblicamente la disponibilità da parte del Governo alla partecipazione ad operazioni militari, qualora arrivasse una decisione di questo tipo in seno alla NATO. In altre parole, il governo italiano ha apertamente confermato il proprio sostegno ai piani di guerra della NATO e ai propri alleati tradizionali.

Attraverso la procedura di ingresso dell’Ucraina nel Patto Atlantico la NATO punta ad un vero e proprio accerchiamento della Russia, da realizzare anche dando seguito alle pratiche di adesione attualmente aperte per Bosnia-Erzegovina e Georgia, che si aggiungono all’adesione già avvenuta a più riprese di quasi tutti i paesi dell’est Europa, dei Balcani e dei paesi baltici.

La compartecipazione e corresponsabilità del Governo Draghi in questo contesto è gravissima e mette a rischio i lavoratori di tutta Italia per una guerra che non gli appartiene.

Gli interessi che muovono le manovre di guerra di queste settimane sono quelli dei grandi monopoli, in competizione tra loro per le materie prime, le infrastrutture, le vie di comunicazione e il controllo dei mercati. Questa è l’essenza dell’imperialismo, che sta nello sviluppo del capitale monopolistico, nella competizione crescente tra gli Stati capitalisti di cui la guerra imperialista è l’espressione più elevata.

I lavoratori e i loro figli in ogni paese hanno solo da perdere in ogni conflitto imperialista. Per questo è preciso compito dei comunisti battersi attivamente contro questa prospettiva, tenere alta l’attenzione e mobilitarsi contro ogni forma di potenziale coinvolgimento dell’Italia.

Senza alcuna ambiguità sulla natura dei rapporti di produzione capitalistici in Russia e sugli interessi della borghesia russa di cui il governo di Putin è diretta espressione, lottiamo con tutte le energie disponibili contro i piani imperialisti di USA-NATO e UE a cui compartecipa il governo italiano.

Non lasciamo che l’opposizione alla guerra imperialista resti una dichiarazione di principio; facciamo vivere realmente questa lotta tra i settori di classe in mobilitazione e nelle lotte del movimento studentesco. Da anni, il FGC si batte contro i progetti di cooperazione tra le università italiane e la NATO, o contro l’alternanza-lavoro presso le forze armate, come sta avvenendo in Sicilia.

In ogni contesto, in ogni luogo di studio e di lavoro, in ogni mobilitazione, portiamo il NO alla partecipazione dell’Italia a qualsiasi piano di guerra imperialista, no alla concessione di basi sul territorio italiano per operazioni di guerra, no alla partecipazione dell’Italia alle esercitazioni NATO. Fuori l’Italia dalla NATO, via tutte le basi militari USA e NATO dall’Italia.

NON UNA BASE, NON UN SOLDATO PER LA GUERRA IMPERIALISTA!