FGC: SOLIDARIETA’ CON COREA DEL NORD. ESERCITAZIONI MILITARI CONGIUNTE USA MINACCIA PER LA PACE MONDIALE.

Una delegazione del Fronte della Gioventù Comunista, guidata dal segretario nazionale Alessandro Mustillo, ha incontrato oggi Kim Chon e Paek Song Chol, rispettivamente Consigliere Politico e Primo Segretario dell’Ambasciata della Repubblica Democratica Popolare di Corea in Italia. L’incontro ha avuto come tema la delicata situazione venutasi a creare in questi mesi sul confine tra le due Coree, e la preoccupazione di un eventuale conflitto nella zona, con la richiesta ai rappresentanti coreani di fornire un quadro più chiaro di quanto stesse accadendo in queste ore. Al termine del cordiale incontro ed in relazione al tema trattato il Fronte della Gioventù Comunista dichiara quanto segue.

 «Quanto è stato raccontato dai giornali e dai media in questi giorni, costituisce una ricostruzione parziale ed arbitraria di ciò che realmente sta accadendo al confine tra le due Coree, con l’espressione di motivazioni unilaterali, finalizzate alla criminalizzazione internazionale della Corea del Nord, e all’appoggio incondizionato alla politica imperialista degli Stati Uniti d’America. Tutti parlano di attacco preventivo della Corea del Nord, di volontà di colpire gli Stati Uniti d’America, di utilizzo di armi nucleari contro il Sud. Nessuno ricorda che dal 1 marzo, fino alla fine del mese di aprile, è in corso l’operazione “Aquila” con oltre 200.000 soldati impegnati in operazioni militari alla frontiera, con l’appoggio di portaerei statunitensi e altri sofisticati armamenti americani, la partecipazione diretta di soldati americani a queste operazioni. Tali operazioni congiunte rappresentano senz’altro una minaccia alla pace mondiale, e sono svolte in violazione degli accordi che regolano la tregua tra Stati Uniti e Corea del Nord.

È necessario ricordare, che nonostante le numerose richieste del governo coreano al fine di definire in questi anni un nuovo accordo, che superasse la tregua formale, con un vero e proprio accordo di pace, gli Stati Uniti d’America non hanno mai voluto sedersi al tavolo delle trattative. Essi al contrario hanno continuato a mantenere una nutrita presenza militare nel Sud del paese, stimata attualmente in circa 35.000 unità. Capitolo a parte meritano le sanzioni emesse su pressione USA dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in relazione al lancio del satellite avvenuto nello scorso novembre e alla creazione di armi nucleari, come mezzo di deterrenza. In relazione alle sanzioni comminate in risposta al lancio satellitare non si capisce per quale ragione uno Stato non possa procedere ad un lancio satellitare per ragioni civili. Attualmente oltre 1.000 satelliti orbitano intorno alla Terra, lo spazio è luogo non soggetto alla sovranità di alcuno Stato secondo le convenzioni internazionali. Ogni Paese ha dunque il diritto di procedere, secondo il diritto internazionale, alla messa in orbita di propri satelliti. È evidente dunque l’arbitrarietà della condanna dell’ONU.

Relativamente alla questione nucleare è bene ricordare che a partire dalla guerra di Corea gli Stati Uniti d’America hanno introdotto nel sud del paese oltre 1.000 testate nucleari. Tali armamenti sono stati soggetti ad aggiornamenti, modernizzazioni e sostituzioni nel corso degli anni e non risulta che siano mai stati ritirati. Si parla di “attacco preventivo nucleare da parte della Corea del Nord” ribaltando completamente il messaggio del governo di Pyongyang, ma nessuno ricorda le dichiarazioni del Presidente USA Eisenhower (13 maggio 1953) secondo cui l’utilizzo dell’arma nucleare in Corea avrebbe portato maggiori vantaggi di natura economica rispetto all’utilizzo di armi convenzionali. Oppure la dichiarazione di Nixon che approvava l’utilizzo della bomba atomica contro la Corea in caso di contrattacco nord coreano ad aggressione statunitense, e più di recente l’inserimento della Corea del Nord da parte del governo Bush nella lista degli “stati canaglia” e nella lista dei possibili attacchi preventivi nucleari da parte dell’amministrazione Obama. Come Fronte della Gioventù Comunista, convinti della necessità del mantenimento della pace mondiale, e fermi sostenitori del disarmo nucleare come base di tale obiettivo, vogliamo ricordare che il governo nord coreano ha sempre dato la sua disponibilità a forme di disarmo a condizione di reciprocità. Al contrario gli Stati Uniti hanno sempre preteso forme di disarmo unilaterale, mirando a chiedere disarmo alla Corea, senza assicurare analoghe riduzioni da parte americana.

È evidente dunque che la questione del disarmo nucleare non può prescindere da forme di accordo multilaterale, condotte a condizione di piena reciprocità. Fino a quando il diritto internazionale sancirà la possibilità della detenzione di armi nucleari per fini di deterrenza e difesa in capo ad un solo Stato, tale diritto non potrà che essere esteso ad ogni Stato del pianeta. E fino a quando tale diritto sarà accordato agli Stati Uniti, la potenza mondiale che ha condotto il maggior numero di operazioni di guerra nel mondo, non crediamo che le Nazioni Unite o chi per loro, possano imporre rinunce unilaterali, attraverso l’utilizzo di sanzioni, che rappresentano a tutti gli effetti atti ostili contro la sovranità di un Paese. In questi anni la Corea del Nord non ha dichiarato guerra a nessuno. Gli Stati Uniti hanno condotto operazioni militari in ogni parte del pianeta, con evidenti interessi di natura imperialistica, per il controllo di risorse economiche e ambientali. Le armi nucleari sono state create con evidente fine di deterrenza, per evitare che anche alla Corea toccasse la sorte di Afghanistan, Iraq e Libia.

Nello sforzo costante per la pace, che ci unisce alle gioventù comuniste e alle organizzazioni antimperialiste di tutto il mondo non possiamo che condannare come atti ostili e grave minaccia alla pace mondiale le manovre militari condotte dagli Stati Uniti al confine con la Corea del Nord, la permanenza di testate nucleari statunitensi nel sud del Paese, il costante rifiuto statunitense di normalizzare con un accordo di pace la situazione nella penisola coreana. Allo stesso tempo non possiamo non costatare come gli organismi internazionali che dovrebbero vigilare sull’applicazione del diritto internazionale, da molto tempo siano divenuti strumento nelle mani dell’imperialismo, al punto da disattendere in modo palese i principi stessi del diritto internazionale. Ancora una volta costatiamo come i media occidentali, compresi quelli nazionali, abbiano da subito condotto un’operazione di disinformazione di massa, nascondendo la realtà della situazione e mirando a dipingere il governo nord coreano come una minaccia, ribaltando totalmente ogni frase e dichiarazione, ogni azione con la conseguente reazione. Dal canto nostro ci auguriamo che la situazione non degeneri ulteriormente e che cessi ogni attività ostile al mantenimento della pace nella penisola coreana ed in tutto il mondo.»

 Alla fine dell’incontro convenendo sulla necessità di contrastare la disinformazione dei media, il Fronte della Gioventù Comunista ha proposto un incontro pubblico da realizzare all’Università di Roma, “La Sapienza” con la presenza di una rappresentanza diplomatica della Repubblica Popolare Democratica di Corea, impegnandosi a realizzare tale incontro nelle prossime settimane.

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