FGC: «AL SENATO 50.000 FIRME CONTRO DDL SCUOLA, PER GRATUITA’ ISTRUZIONE.»
«Il Fronte della Gioventù Comunista sarà oggi alla manifestazione contro l’approvazione del DDL scuola, insieme a studenti, insegnanti e lavoratori della scuola». Ad affermarlo è Paolo Spena, responsabile scuola e università FGC. «Con l’occasione presenteremo le 50.000 firme raccolte in queste settimane contro la proposta di legge del governo, per chiedere provvedimenti urgenti in materia di gratuità dell’istruzione, unica condizione per garantire l’effettività del diritto allo studio. Migliaia di studenti hanno firmato per mettere fine al contributo studentesco, e chiedere interventi sulla gratuità dei libri di testo e dei trasporti; il blocco dei finanziamenti alle scuole private e finanziamenti urgenti all’edilizia scolastica; la fine dell’alternanza scuola lavoro come regalo alle imprese e una forma di alternanza che sia finalizzata effettivamente all’apprendimento; la conferma del valore legale del titolo di studio e il blocco dei provvedimenti sul curriculum scolastico, e del sistema invalsi. La raccolta di firme ha impegnato la nostra organizzazione su tutto il territorio nazionale, trovando numerose adesioni in settori dei sindacati studenteschi, nei collettivi delle scuole, tra rappresentanti e semplici studenti. Le firme si sommano alle mobilitazioni di questi mesi, contro la proposta del governo. Renzi usa lo strumento della fiducia ben sapendo di portare a compimento un programma antipopolare che va nella stessa direzione dei governi di centrodestra.»
«Le nostre proposte – conclude Spena – sono ciò di cui la scuola ha urgenza immediata, insieme ad un piano straordinario di finanziamenti che inverta quanto accaduto in questi anni. Di fronte alla crisi e al numero sempre più elevato di non iscrizione a scuola e abbandono, è necessario invertire la rotta. Gli studenti non hanno nulla da guadagnare nella prosecuzione delle politiche antipopolari volute dalla UE e dai governi, con la riduzione dei finanziamenti statali, favori alle private e subalternità dell’istruzione agli interessi delle imprese private. Vogliamo cambiare la scuola ma nella direzione esattamente opposta a quella del governo Renzi, per una scuola statale di qualità che garantisca a tutti un diritto allo studio effettivo e non di facciata, che sia cioè indipendente dalla condizione economica e sociale delle famiglie.»