FGC: “BUONA SCUOLA”, GOVERNO RENZI INFIOCCHETTA L’ENNESIMO COLPO ALLA SCUOLA PUBBLICA.
Ancora una volta si confermano le nostre previsioni sull’indirizzo politico del Governo Renzi. Il documento “La buona scuola” pubblicato lo scorso 3 settembre incarna appieno l’essenza di questo Governo: mascherare con toni da televendita le politiche di totale subalternità ai progetti imposti dal sistema economico, proseguendo dritto sui binari dello smantellamento di tutti i diritti sociali. I proclami contenuti nelle 136 pagine di testo, che delineano le linee-guida della futura riforma della scuola, costruiscono un castello di carte che cade al primo soffio di vento.
Secondo Paolo Spena, Responsabile Scuola e Università del FGC: «il primo dato fondamentale non è ciò di cui si parla quanto invece ciò di cui non si parla. Caro libri in crescita, contributi scolastici ormai obbligatori per le famiglie e sempre più cari, aumento del costo dei trasporti e borse di studio erogate sempre più raramente non rientrano nell’agenda del Governo, che conferma il pieno disinteresse di questo sistema nel garantire a tutti il libero accesso all’istruzione. Gli interventi sull’edilizia scolastica sono una goccia nel mare, come ogni misura di questo tipo che si misuri in milioni e non in miliardi».
Per quanto riguarda le misure proposte, afferma Spena, non c’è da stare sereni: «Inaccettabile l’idea di autonomia scolastica delineata dal Governo. Si nega che valutare le scuole porti alla competizione fra gli istituti per accaparrarsi i finanziamenti, ma di fatto è così. Il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) è gestito dall’INVALSI, che impone criteri di valutazione delle scuole del tutto antiscientifici e dannosi per la didattica. Mentre le scuole private continuano a ricevere soldi dal Governo, non si ha vergogna di affermare che i soldi pubblici non bastano e che la scuola pubblica ha “bisogno” di investimenti da parte di privati e imprese, che vengono abilmente mascherati chiamandoli “investimenti collettivi”. Tutti noi dovremmo chiederci: una scuola pubblica che dipende economicamente da un investitore privato cosa sarà disposta a fare pur di non perdere i suoi finanziamenti?»
«Particolare attenzione da parte nostra merita il piano sull’Alternanza Scuola-Lavoro (ASL) per i tecnici e professionali.» – continua il FGC – «La scuola viene ripensata come un’entità del tutto succube agli interessi delle aziende private, gli insegnamenti come un qualcosa da adattare continuamente alle richieste del mercato. Si va ben oltre lo sfruttamento selvaggio del lavoro in stage che abbiamo conosciuto in questi anni: il governo non ha pudore quando parla di “formazione congiunta” e afferma che le stesse aziende private dovrebbero “concorrere” con le scuole nella formazione dei giovani.»
Inconsistenti secondo il FGC le promesse di assunzione per i precari, e decisa contrarietà alla proposta di introdurre gli scatti in base al merito: «Gli insegnanti italiani ad ora sono fra i meno pagati d’Europa, e la soluzione che propone il Governo è quella di allestire una lotta fratricida fra gli insegnanti per accaparrarsi le poche briciole che vengono concesse. Aumentare gli stipendi in base al “merito” significa portare nella scuola un clima di competizione che dovrebbe invece esserle del tutto estraneo; il sistema dei crediti proposto come alternativa all’anzianità elimina qualsiasi cooperazione fra gli insegnanti, dei quali ormai si parla come se fossero liberi professionisti in concorrenza fra loro. Nella promessa di assumere 150.000 precari c’è molta propaganda e poca concretezza, e viene accennata l’intenzione di abbandonare a sé stessi tutti i precari che – certo non per loro colpa – hanno punteggi molto bassi.»
Giunge infine dal Fronte della Gioventù Comunista un appello rivolto a tutte le categorie del mondo della scuola, interessate dal progetto di riforma: «Il Governo assesta l’ultimo colpo alla scuola pubblica, per ricondurla interamente all’interno delle logiche del mercato e della competizione per il profitto imposte da questo sistema. Studenti e insegnanti sono entrambi colpiti da queste misure, che il Governo infiocchetta con belle parole per celarne la reale portata. Chi in questi giorni ha sostenuto che le proteste annunciate per l’autunno sono già fallite in partenza si accorgerà di aver preso una grossa cantonata. Mai come adesso è necessario costituire un fronte ampio di opposizione unendo le rivendicazioni di studenti, insegnanti di ruolo e precari, personale ATA. Ogni scuola sarà una barricata contro le politiche imposte da questo sistema e dall’Unione Europea.»