FGC: «IL 17 APRILE VOTA SÌ»

Il Fronte della Gioventù Comunista invita a votare Sì al referendum del 17 aprile, chiamando la gioventù a recarsi alle urne e respingere il tentativo dei settori politici del governo, e delle rispettive organizzazioni giovanili, di boicottare il referendum e la partecipazione popolare. Un Sì che vuole infliggere un colpo al sistema di profitto dei grandi monopoli internazionali che in Italia usufruiscono delle condizioni più vantaggiose del mondo, pagando appena il 10% di royalties allo Stato per le concessioni petrolifere. Non si tratta quindi di un attacco ad una fantomatica produzione nazionale di idrocarburi, ma ad un sistema che consente alle multinazionali del petrolio e del gas di depredare parte delle ricchezze del popolo italiano, garantendosi larghi profitti, a discapito della salute e della sicurezza dei mari e della nostra popolazione. Una condizione che contribuisce a danneggiare importati settori economici del paese che danno lavoro a decine di migliaia di persone, dalla pesca al turismo, colpendo con particolare forza i lavoratori, le piccole imprese e cooperative già schiacciate dalla concorrenza monopolistica. Per questa ragione il FGC sostiene con convinzione il voto favorevole e invita i giovani a votare e far votare Sì. 

Denunciamo la vergognosa campagna di oscuramento mediatico che il referendum sta subendo, insieme con la volontà del governo di comprometterne l’esito evitando l’accorpamento con le prossime elezioni amministrative. Riteniamo censurabile l’atteggiamento di larghi settori della maggioranza di governo, compreso il Presidente del Consiglio, che stanno invitando a disertare le urne per non far raggiungere il quorum. Un atteggiamento tanto più vergognoso dal momento che proviene da esponenti di un partito che si definisce “democratico” e che al contrario opera strutturalmente per distruggere ogni forma di partecipazione attiva dei lavoratori e delle masse popolari alla vita politica e alle decisioni del Paese.

Tuttavia, pur non inficiando la nostra convinzione sul voto favorevole al referendum, non possiamo esimerci da alcune considerazioni critiche sul merito e sul metodo dell’utilizzo dello strumento referendario in questa condizione. Nel fronte del Sì appaiono prevalenti alcuni argomenti che sono parziali e sbagliati, espressione di una visione prettamente ambientalista, ma non sufficiente dal nostro punto di vista. Affermare ad esempio che “il turismo è il petrolio dell’Italia” è un ragionamento sbagliato, che dà sponda al processo di deindustrializzazione e impoverimento complessivo del Paese. Sostenere le energie rinnovabili non è esaustivo se ad esse non si lega una modalità di gestione delle risorse che eviti – come largamente sta accadendo – che anche questo settore si concentri nelle mani dei monopoli privati, consumando suolo agricolo a danno dei piccoli contadini spesso raggirati e truffati.

La complessità della questione e la necessità di una visione strategica radicalmente opposta a quella dei settori economici e politici dominanti richiede un cambiamento complessivo di rapporti di forza, di gestione del potere che un solo referendum non è ovviamente in grado di garantire. La parzialità del quesito ne è indice, così come dovrebbe esserlo un ragionamento complessivo sul ruolo del referendum. In Italia le grandi campagne referendarie hanno avuto alle spalle la presenza e il sostegno di partiti di massa, di organizzazioni sindacali, ricreative, culturali che hanno garantito la partecipazione popolare alle votazioni. Questi rapporti di forza favorevoli sono stati il presidio più grande contro ogni mutamento dell’esito della volontà popolare. Oggi al contrario si corre il rischio di trasformare questo referendum in un boomerang, di finire per sposare solamente lotte intestine al PD e ai settori dominanti del paese, o nel migliore dei casi non si ha comunque la certezza del rispetto dell’esito del referendum, come accaduto recentemente per l’acqua pubblica.

Per questo il FGC nell’attività di sostegno, nel lavoro nei comitati, ribadisce la sua posizione: solo la costruzione del partito comunista potrà assicurare continuità nelle lotte, impulso affinché esse siano indirizzate nella rottura degli interessi monopolistici, legando le aspirazioni migliori dei lavoratori e dei giovani ad un progetto di cambiamento rivoluzionario della società. Solo lavorando per cambiare gli attuali rapporti di forza, sarà possibile ottenere posizioni più avanzate, solo spezzando il sistema di dominio del capitale ottenere vittorie definitive, per il popolo italiano e per la salvaguardia dell’ambiente.

 

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