FGC: SOLIDALI CON IMPUTATI 14 DICEMBRE. FORTI RESPONSABILITA’ POLITICHE DI SEL.
Il 2 aprile, salvo rinvii, è attesa la sentenza per il processo sui fatti del 14 dicembre 2010. In quell’occasione, molti lo ricorderanno, una grande manifestazione dimostrò il dissenso degli studenti e non solo, contro i provvedimenti dell’allora governo Berlusconi. Una manifestazione che avvenne nel giorno della fiducia al governo, fiducia che come accertato successivamente, avvenne al termine di una lunga compravendita di voti avvenuta in Parlamento, con uno dei momenti più bassi della storia repubblicana. Quella manifestazione sfociò in scontri aperti tra i manifestanti e le forze di polizia; scontri che dimostrarono chiaramente il tasso di esasperazione di una parte rilevante del popolo italiano. Se si considera quello che avvenne in quell’aula e cosa accadde fuori, oltre le logiche ristrette dell’ordine pubblico, bisognerà ammettere che decine di migliaia di manifestanti difesero in ogni modo la dignità e l’effettività di un ordinamento democratico che in quell’aula in quel momento e non solo, veniva platealmente tradito. La compravendita di deputati, lo scempio della Costituzione perpetrato in questi anni dai governi di ogni colore politico, è un crimine rimasto impunito e tale rimarrà. L’accanimento giudiziario si concentra al contrario su chi manifestò fuori da quel Parlamento corrotto e sordo alle richieste di un movimento studentesco enorme come quello del 2010, che rimase quel giorno a manifestare fino a sera inoltrata in una Roma blindata come non mai.
Sono 43 i giovani, esponenti di organizzazioni politiche o semplici manifestanti rinviati a guidizio con richieste di pene che arrivano fino a 4 anni di reclusione. La stragrande maggioranza in assenza di un reale supporto probatorio e con un evidente intento repressivo, in modo particolare per quelli che figurano come organizzatori. Il PM Tescaroli con l’aiuto della DIGOS romana ha portato avanti la nota modalità di selezionare appartenenti alle varie organizzazioni per colpire tutti. Tra gli imputati anche il nostro Segretario Nazionale accusato di travisamento, in mancanza di adeguato supporto probatorio, con dichiarazioni contrastanti della polizia che non ha saputo confermare l’accusa in dibattimento, e il mancato versamento agli atti dei documenti attraverso i quali sarebbe stato “riconosciuto”. Imputazioni di questo genere si trovano in moltissimi imputati, evidenziando l’elemento persecutorio e repressivo del pubblico ministero. A tutti gli imputati va la nostra solidarietà piena, che si associa alle tante campagne condotte in queste settimane da movimenti, collettivi, associazioni per i fatti del 14 dicembre.
Ma ciò che più dimostra la gravità di quello che rappresenta il processo del 14 dicembre è la costituzione del Comune di Roma come parte civile. Il Comune non solo ha lamentato i danni materiali (richiesta non nuova in questi casi) ma ha avanzato, per la prima volta, la pretesa di risarcimenti morali per l’ammontare di 500.000 euro richiesti, nei confronti dei partecipanti imputati. Anche se la cifra venisse ridimensionata in sede di giudizio, ed eventualmente anche nei futuri gradi del processo, l’eventuale riconoscimento di questa pretesa segnerebbe un precedente pericolosissimo e privo di qualsivoglia legame di responsabilità diretta e come tale costituirebbe un attacco esplicito al diritto di manifestare nel nostro Paese. La richiesta di costituzione come parte civile del Comune fu avanzata ai tempi dell’amministrazione Alemanno ma è stata confermata dalla giunta Marino, la quale non ha chiesto all’Avvocatura dello Stato di ritirare la costituzione (ritirare la costituzione come parte civile è sempre possibile in ogni stato del processo), rendendosi così del tutto corresponsabile della scelta politica della giunta di destra.
La maggioranza del centrosinistra cittadino così ha dimostrato nei fatti ancora una volta la sua totale linearità di gestione con il centrodestra. Un evidente problema politico si pone nei rapporti con Sinistra e Libertà e le varie associazioni e organizzazioni che con essa mantengono relazioni e fanno attività politica sul territorio. Sel in quanto partecipe dell’amministrazione comunale, con Luigi Nieri vicesindaco e diversi consiglieri che appoggiano Marino, si rende corresponsabile di questa scelta. E’ chiaro che se si arriverà a una condanna per risarcimenti morali al Comune le responsabilità politiche di Sel saranno tali da non consentire più alcuna forma di relazioni con questa organizzazione di cui evidentemente non sarà più tollerabile neanche la presenza in piazza nei cortei cittadini e il lavoro politico nei territori e nei movimenti studenteschi e non solo. La stessa difesa della Costituzione effettuata da Sel appare del tutto di facciata se si pensa il livello di compromissione del diritto di manifestare che la richiesta del Comune di Roma sta introducendo nel sistema giudiziario italiano, anche in considerazione di un possibile precedente che venga da un tribunale importante come quello della capitale. L’esito del processo avrà dunque una valenza dirimente per quanto ci riguarda in questa direzione, anche se nulla muta al fatto politico in sé ch è già pienamente consumato.
Nel confermare la nostra solidarietà agli imputati del 14 dicembre, nell’associarci alle tante voci che si sono levate contro la repressione, invitiamo a non abbassare lo sguardo dalle pesanti responsabilità politiche e morali che un pezzo importante della sinistra romana ha in questa situazione.