SAVINO SULLA LEGGE 194
Ci troviamo ancora oggi, dopo trentacinque anni dalla sua approvazione, a difendere la 194. Ancora una volta una manifestazione a “tutela della vita”, contro l’aborto e non solo, ma in realtà contro un’eguaglianza sociale e contro i diritti delle donne, ottenuti tanto duramente, dopo lunghe e faticose lotte che hanno visto in prima linea i comunisti nella propaganda in favore della legge del 1978.
Come si può parlare di tutela alla vita e contrastare la 194, senza pensare alla palese diminuzione degli aborti in seguito all’approvazione di questa legge, senza pensare alle migliaia di donne che prima morivano a causa degli aborti clandestini, nelle peggiori condizioni igieniche tra ferri arrugginiti e riti superstiziosi. Proprio non sembra chiaro a quale tipo di tutela alla vita si continui ad inneggiare! Come si può non capire che qui non si tratta di essere contrari alla 194 ma essere favorevoli alla libertà di scelta di una donna o di una coppia. L’abolizione della 194 non sarebbe altro che un modo per ritornare a prima della sua approvazione, lasciando a coloro che possono permetterselo il privilegio di accedere, nel più nascosto consenso, alle cliniche private per abortire, e quindi tacitamente accettare un ritorno agli aborti clandestini, negando qualsiasi diritto alle classe popolari che sempre più impoverite da questa crisi sistemica non potranno avvalersi più di un proprio diritto. Tutto ciò non è assolutamente accettabile!
Le donne del Fronte della Gioventù Comunista rivendicano l’importanza che l’interruzione di gravidanza sia appunto volontaria, concessa ad ogni strato sociale senza alcuna distinzione, per ribadire il diritto della donna a poter scegliere ma soprattutto a conseguire la propria scelta con ogni protezione giuridica e sanitaria. Come donne comuniste intendiamo rilanciare una ferma opposizione all’obiezione di coscienza, alla sempre più dilagante e massiccia presenza di medici obiettori all’interno dei consultori familiari e di tutte le strutture pubbliche che minano la base dell’universalità del servizio pubblico.
Federica Savino – Responsabile Commissione Donne CC FGC