FUORI LA NATO DALLA SICILIA. FUORI L’ ITALIA DALLA NATO.
L’ennesima pedina NATO nello scacchiere siciliano è stata mossa dai signori della guerra. Con la recente decisione dell’Agenzie Industrie e Difesa del Ministero della Difesa, di trasformare l’Arsenale Militare di Messina in centro d’eccellenza per lo smaltimento delle unità navali della NATO fino a 2000 tonnellate, con l’approvazione dei partiti borghesi e dei sindacati collaborazionisti della città che si sono vigliaccamente nascosti dietro la retorica di frasi come «volano per l’occupazione e il turismo», la Sicilia si trova occupata su tutti i suoi lati da basi e centri della NATO. Il nuovo “centro d’eccellenza” di Messina, si va infatti ad aggiungere alla ormai storica base di Sigonella dove di recente hanno fatto la loro comparsa i famigerati DRONI, al sistema MUOS della marina USA a Niscemi, alla base aerea di Trapani-Birgi. Nulla potrà impedire che anche la città di Messina diventi un polo d’appoggio logistico per le sempre più prossime “avventure guerrafondaie” dell’Alleanza Atlantica, dove la Sicilia, per il suo posizionamento geografico, ricopre un ruolo determinante.
L’imperialismo euro-atlantico, che in questi ultimi 20 anni ha compiuto genocidi e sacrificato popoli all’altare del mercato (ricordiamo tra le altre, la Jugoslavia, la Somalia, l’Iraq, l’Afghanistan), nella sua marcia per il rafforzamento della sua egemonia e del “nuovo ordine mondiale”, ha consolidato ormai da decenni la Sicilia come piattaforma della NATO per il controllo del Mediterraneo, e lo abbiamo di recente visto nella guerra scatenata contro la Libia (ricordiamo come la maggior parte degli aerei da guerra che hanno sganciato bombe sul popolo libico, hanno preso il volo proprio dall’aeroporto di Trapani-Birgi e dalla base di Sigonella) dove ha assediato e raso al suolo in nome della “democrazia e libertà”, grazie anche al suo foltissimo arsenale di mercenari pagati, uno Stato con cui fino a pochi mesi prima intavolavano accordi politico-economici, ma che in una fase di ricomposizione imperialista e col pericoloso progetto politico ed economico di Gheddafi di liberare l’Africa dal gioco dell’imperialismo finanziario del FMI e della Banca Mondiale, era necessario mettere sotto controllo politico, economico e finanziario. Oggi in Libia regna un regime “liberale” e liberista che mette sotto controllo il popolo attraverso l’islamizzazione della società (con l’istituzione della sharia) e che apre le porte al libero mercato ed alle multinazionali che senza alcun controllo “nazionale”, approfittando anche del caos della guerra civile ancora in corso, spolperanno le sue risorse.
La situazione si ripete anche in Siria dall’inizio di quest’anno, grazie all’ormai solito processo di destabilizzazione interna e falsificazione mediatica si sta sempre più concretizzando nelle ultime settimane il rischio di una prossima invasione da parte delle truppe dell’alleanza atlantica, che vedono nella regione il supporto della scalpitante Turchia.
Il capitalismo è nel culmine della sua crisi, e se da un lato si accelera la tendenza al declino relativo dei maggiori centri imperialisti USA e UE, dall’altro si provoca l’ascesa di altri paesi come i BRICS (in particolare la Cina), ciò comporta la mutazione degli equilibri internazionali andando verso la multi polarizzazione e l’inasprimento delle contraddizioni inter-imperialiste. Un instabile equilibrio costantemente minacciato dall’imperialismo euro-atlantico e sionista, in lotta per l’accaparramento delle risorse naturali necessarie alle proprie economie capitaliste dominate dai monopoli, per la conquista di mercati e rotte commerciali, controllo politico, economico e militare regionale. Per dirla con Marx “la tendenza a creare un mercato mondiale è insita nel concetto stesso di capitale. Ogni limitazione appare come una barriera che deve essere superata.” Quindi il Capitale si sforza di “abbattere ogni ostacolo spaziale” allo scambio e di “conquistare l’intero pianeta al suo mercato”.
Oggi, la lotta al capitalismo USA-UE non la fanno i paesi antimperialisti o socialisti, bensì gli altri paesi capitalisti in ascesa che vedono minacciati i loro interessi di natura economica, portando di fatto avanti una battaglia inter-capitalista. Il capitalismo imperialista è il vero, unico e concreto nemico dei popoli e come diceva Stalin: «Per distruggere l’inevitabilità delle guerre è necessario distruggere l’imperialismo!»
Il Fronte della Gioventù Comunista – Sicilia esprime la sua ferma opposizione alla militarizzazione dell’Isola, ai piani di guerra dell’imperialismo euro-atlantico e nell’esprimere solidarietà ai popoli minacciati, chiama all’azione le organizzazioni politiche e sociali, collettivi, militanti, anti-capitalisti ed anti-imperialisti contro la presenza nelle nostre terre delle basi NATO, che inoltre arrecano gravi danni e disagi alla popolazione siciliana. E’ compito della gioventù costruire un futuro di pace e progresso sociale, per questo occorre distruggere l’imperialismo e costruire il socialismo!
FUORI LA NATO DALLA SICILIA, FUORI L’ITALIA DALLA NATO.
Fronte della Gioventù Comunista Sicilia
Condivido in pieno!fuori anche il pd dal teritorio siciliano!!