I sindacati studenteschi si schierano a difesa del contributo. FGC: «Enorme passo indietro»

Si è conclusa da pochi giorni la conferenza nazionale dei presidenti delle consulte (CNPC), organismo che riunisce tutti i presidenti delle consulte provinciali degli studenti eletti nel nostro paese. Si tratta del momento a carattere più politico di tutta l’attività delle istituzioni studentesche, occasione utilizzata per promuovere documenti di indirizzo e censura dell’operato del governo sulla scuola, sul diritto allo studio e sui temi connessi. Come noto in vista di tale occasione i presidenti delle consulte di Milano e Latina, militanti FGC, hanno promosso un ordine del giorno aperto a tutti i presidenti delle consulte che dichiarava la contrarietà al contributo volontario (http://www.senzatregua.it/?p=863).

Il documento che analizzava le ragioni della contrarietà al contributo studentesco e il ruolo di tale tassazione mascherata nel processo di dismissione della scuola pubblica concludeva con la condanna del  contributo scolastico definito come «la leva per imporre tagli sempre maggiori all’istruzione pubblica mentre le famiglie si sostituivano progressivamente allo Stato nell’onere di finanziarla» e terminava con l’esplicita richiesta di «abolizione del contributo scolastico e di ogni forma di tassazione sugli studenti» al fine di ristabilire il principio di gratuità dell’istruzione pubblica. Il documento, sebbene promosso da presidenti FGC, fu sottoscritto da diversi presidenti delle consulte provinciali degli studenti, legate ai sindacati, organizzazioni studentesche o indipendenti. Prima dell’appuntamento nazionale, lo stesso ordine del giorno era già stato votato in altre sedi. E le firme aggiunte successivamente hanno riguardato diversi presidenti di varie associazioni, persino – con nostra sorpresa –  della Fds, vicina al Partito Democratico.

Nei mesi passati la mobilitazione sul tema della contrarietà al contributo, da sempre parola d’ordine tenuta nelle manifestazioni di piazza e nel lavoro politico nelle scuole dalla nostra organizzazione, era stata assunta anche da altre organizzazioni, con nostro apprezzamento per le possibilità di estendere la mobilitazione su un tema così importante. Internamente alle organizzazioni studentesche si è aperto un dibattito, dove in alcuni casi i militanti e le federazioni di base hanno richiesto di appoggiare la parola d’ordine dell’opposizione al contributo studentesco.  L’11 ottobre dello scorso anno l’Unione degli Studenti lanciava per la mobilitazione studentesca queste parole d’ordine: «Scenderemo in piazza per gridare […] NO al contributo volontario.»  (http://www.unionedeglistudenti.net/sito/ce-piu-tempo-11-ottobre-mobilitazione-nazionale-studentesca/).

Tuttavia al momento del voto dell’ordine del giorno, evidentemente successivamente a considerazioni delle rispettive direzioni nazionali, Uds, Reds e naturalmente Fds, nonché presidenti direttamente collegati ad organizzazioni giovanili di sinistra, giovani comunisti compresi, hanno ritirato il loro appoggio o espresso disappunto nei confronti del documento. Il punto dirimente della questione è proprio il ruolo e la funzione del contributo nella scuola pubblica. Nel documento presentato alla CNPC si chiedeva «l’abolizione del contributo scolastico e di ogni forma di tassazione sugli studenti». La posizione conclusiva, presentata e sostenuta da Uds, Reds, Fds, con l’appoggio dei GC, è stata al contrario la dichiarazione che: «il contributo debba essere esclusivamente volontario», che «le risorse debbano essere utilizzate esclusivamente per l’ampliamento dell’offerta formativa», che «le scuole debbano garantire e strutturare progetti di bilancio partecipato per favorire la partecipazione studentesca nell’indirizzo delle risorse presenti

Con questo passaggio dunque i sindacati studenteschi hanno compiuto un enorme passo indietro rispetto alle parole d’ordine della mobilitazione dello scorso autunno. Essi hanno chiarito in modo netto il loro appoggio al contributo studentesco, limitandosi solo a sanzionare l’operato delle scuole nella richiesta di versare tale contributo. Una posizione comoda, anche per le istituzioni, perché rigetta tutta la responsabilità sulle scuole, ultimo anello della catena, non inquadrando la funzione che il contributo ha nelle dinamiche della dismissione della scuola pubblica. Un enorme passo indietro perché si torna a sostenere l’illusione dell’utilizzo della contribuzione delle famiglie per l’ampliamento dell’offerta formativa, nonché vecchi cavalli di battaglia illusori del sindacalismo studentesco sulla gestione condivisa delle risorse, il bilancio partecipato, l’idea dei progetti studenteschi finanziati dalle scuole. Si insegue la Luna e si perde di vista la realtà sulla Terra, dove la crisi  morde e la selezione di classe avanza nelle scuole e esclude migliaia di giovani dall’accesso all’istruzione ogni anno. Così facendo Uds, Reds e Fds hanno contribuito a legittimare il contributo studentesco, per la felicità del governo in carica. Tale ordine del giorno ha sostituito quello proposto nei mesi precedenti, nonostante l’opposizione dei presidenti di Milano e Latina, rimasti da soli nella commissione apposita a sostenere tale posizione.

Se una tale presa di posizione, era preventivabile per la Federazione degli Studenti, dati i legami con i Giovani Democratici ed il PD, e per la Reds, legata alla maggioranza CGIL, diventa  più difficile da spiegare da parte dell’Unione degli Studenti, che pur aveva appoggiato nelle mobilitazioni la contrarietà al contributo e dai Giovani Comunisti, che ancora una volta hanno dimostrato di essere pronti a sostenere qualsiasi compromesso al ribasso in nome di una presunta unità, non si capisce con chi e per cosa. Specie se si pensa che tale unità viene fatta oggi con organizzazioni politiche nazionali che appoggiano il governo Renzi.

Siamo certi che tale posizione non sia condivisa da una parte rilevante dei militanti di queste organizzazioni, che hanno dimostrato, anche oltre ogni nostra più rosea previsione di condividere la battaglia contro il contributo, come nel caso dei presidenti firmatari della Fds. Come Fronte della Gioventù Comunista, abbiamo più volte espresso la nostra volontà di collaborare con tutte le organizzazioni studentesche che portano avanti parole d’ordine di lotta e che riconoscono la necessità di costruire un movimento studentesco non limitato alla lotta generazionale per il diritto allo studio, che superi la visione degli studenti come soggetto autonomo e slegato dal conflitto di classe, legando strettamente le rivendicazioni studentesche a quelle del lavoro, dei giovani disoccupati, nella costruzione di un’offensiva di classe che deve vederci protagonisti. Per questo manterremo interlocuzioni a livello locale con quei settori del sindacalismo studentesco che hanno dimostrato maggiore sensibilità sul tema dei contributi, e sulla necessità di una lotta per l’abolizione del contributo studentesco. Invitiamo gli studenti di queste organizzazioni ad abbandonare ogni illusione sul ruolo e la funzione del contributo, a boicottare quelle organizzazioni che sostengono le politiche del governo Renzi, e a far avanzare parole d’ordine di rottura contro la scuola di classe all’interno di quelle organizzazioni studentesche che si pongono su un piano conflittuale, ma con parole d’ordine ancora arretrate.

La battaglia contro il contributo è la battaglia fondamentale per la lotta contro la scuola di classe, per una scuola realmente pubblica e gratuita. Una lotta che vogliamo condurre insieme a tutti coloro che coerentemente intendono opporsi fino in fondo alle politiche dell’Unione Europea e del governo Renzi.

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