LICEI BREVI, FGC: «NESSUN BENEFICIO PER STUDENTI, MISURA VOLUTA DAI PADRONI»
«Il liceo breve è una misura voluta dai padroni, senza nessun beneficio per gli studenti». È la dichiarazione di Alessandro Fiorucci, resp. scuola del FGC, in risposta al decreto firmato pochi giorni fa dal Ministro dell’Istruzione che in oltre 100 istituti (licei e tecnici) darà via alla sperimentazione del Liceo breve, ridotto a quattro anni invece che cinque, per l’anno scolastico 2018/2019.
«Da tempo in Italia si racconta che gli studenti sono “svantaggiati” rispetto ai coetanei europei in quanto escono da scuola con un anno di ritardo. Anche volendo prendere per vero questo aspetto, il punto è che nel nostro paese servirebbe prima di tutto ripensare i cicli didattici nel loro complesso, riorganizzando e migliorando la didattica. Il progetto delle superiori in quattro anni va nella direzione opposta, dietro il pretesto di adeguare il sistema educativo italiano agli standard europei. L’idea di “tagliare” un anno di scuola mantenendo la stessa mole di studio è a dir poco bizzarra, visto che in moltissimi casi le classi non riescono a concludere i programmi ministeriali e si gettano in una disperata corsa contro il tempo. È evidente che per rispettare i tempi si dovranno adottare metodi di insegnamento e di studio più semplicistici e stringati, svilendo la didattica nel suo insieme. Il progetto dei licei quadriennali si inserisce nel processo di dequalificazione della scuola in atto da anni, in linea con le esigenze delle imprese italiane, che puntano tutto sulla compressione dei salari per aumentare i profitti. Il capitale oggi chiede percorsi di istruzione veloci, in cui la conoscenza viene sostituita dalle competenze tecniche, in cui si sostituisce la fredda logica del know-how alla cultura. Ma questa è la scuola che vogliono i padroni, adatta a produrre lavoratori precari da spremere e buttar via. La logica che nasconde questa sperimentazione non ha nulla a che vedere nemmeno con la lotta alla dispersione scolastica: non sarà un diploma accorciato a risolvere il problema di migliaia di studenti che non finiscono le scuole superiori. Non provino a convincerci che si tratta di una misura a vantaggio degli studenti, perché piegare l’istruzione alle esigenze di profitto non rientra nei nostri interessi. Vogliamo un’istruzione di qualità, al servizio del popolo e dei lavoratori.»