NO ALLA GUERRA IMPERIALISTA. L’ITALIA STIA FUORI DAI PIANI DELLA NATO. [Dichiarazione della segreteria nazionale FGC sull’invasione russa dell’Ucraina]
Dichiarazione della segreteria nazionale del FGC sull’invasione russa dell’Ucraina
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L’esplosione di una nuova guerra sul suolo europeo segna la fine dei proclami che, dopo la controrivoluzione in Unione Sovietica e nei paesi socialisti, annunciavano la fine della storia e l’inizio della pace perpetua in un mondo governato dal capitalismo.
L’invasione russa dell’Ucraina dimostra ancora una volta che lo scontro tra gli Stati capitalisti, mosso dagli interessi di profitto e dalle strategie dei grandi monopoli, rischia di trascinare i popoli d’Europa e di tutti i continenti in un una situazione di conflitto generalizzato. Le dichiarazioni del governo Draghi, dei vertici USA e NATO, confermano la volontà di acuire il conflitto sul piano militare e mettono a rischio l’incolumità dei popoli e dei lavoratori di tutta Europa.
Le politiche della NATO, della UE e dei rispettivi governi sono apertamente corresponsabili dell’acuirsi della competizione militare con la Russia. L’espansione ad Est, la crescente militarizzazione dei paesi dell’Est Europa, l’accerchiamento militare della Russia, l’aperto sostegno offerto dai governi NATO e UE alle frange più estremiste del nazionalismo ucraino e alle bande armate paramilitari di matrice neofascista, sono politiche corresponsabili della situazione attuale e dimostrano che nessuna garanzia di pace e “sicurezza” può venire dai piani imperialisti della NATO, degli USA e della UE.
Il popolo del Donbass è ostaggio dello scontro imperialista in atto. Il carattere operaio e popolare della rivolta esplosa contro il regime nazionalista ucraino nel 2014 è stato da tempo neutralizzato; i leader politici e militari che erano stati alla testa di quel processo sono stati liquidati o emarginati dalle forze borghesi locali che sono diretta espressione degli interessi della Russia capitalista e dei suoi monopoli. Le popolazioni di Donetsk e Lugansk sono state utilizzate come carne da macello nella competizione imperialista.
Il carattere della guerra imperialista non è determinato da chi ha scelto di attaccare per primo, né dai pretesti utilizzati dai diversi schieramenti per legittimare i propri piani di guerra. Deriva, al contrario, dalla natura degli interessi concreti che spingono le potenze capitalistiche a confrontarsi sul piano militare, secondo la logica della guerra come “continuazione della politica con altri mezzi”.
Le vere ragioni di questo scontro stanno nella competizione per il controllo delle rotte commerciali e di approvvigionamento energetico, per la ripartizione delle quote di mercato dei monopoli, nella contesa per ridefinire le sfere di influenza e nella necessità di garantire sbocchi di profittabilità per il capitale. È in questo contesto che si inserisce la scelta del governo russo, che oggi scommette su una “guerra-lampo” che possa sostituire l’attuale governo ucraino e faccia da base per future trattative che ridefiniscano i rapporti di forza internazionali.
Denunciamo la propaganda di guerra incrociata che distorce l’informazione legittimando i pretesti utilizzati dalle parti in conflitto.
I mezzi di informazione europei cercano di costruire la narrazione di una aggressività unilaterale della Russia “autoritaria”, appellandosi ipocritamente agli stessi valori “democratici” che sono disposti a calpestare tanto internamente, tanto in politica estera. Gli Stati Uniti cercano di fare leva sulla crescente tensione con la Russia per ricompattare attorno a sé gli Stati europei, mitigando le spinte centrifughe che si riflettono anche nella NATO, come quella della Francia.
Il governo russo utilizza come pretesto la retorica della “denazificazione” dell’Ucraina e della difesa delle popolazioni russofone da un genocidio, facendo propria la narrazione dell’esportazione della democrazia e dei “diritti umani” che per decenni è stata utilizzata dagli USA e dalla NATO per legittimare le aggressioni imperialiste come quelle in Jugoslavia, Afghanistan, o Iraq. Si tratta di una propaganda irricevibile, che evidentemente non trasforma l’attacco russo in una guerra “per la pace”, “umanitaria” o “per la sicurezza”.
Ribadiamo la posizione del FGC: la lotta contro l’imperialismo di “casa nostra” è il terreno principale su cui, dall’Italia, può e deve avanzare l’opposizione alla guerra imperialista. Chiamiamo tutti i lavoratori, gli studenti, la gioventù a mobilitarsi contro la guerra, per dire NO a ogni coinvolgimento dell’Italia nei piani di guerra della NATO, per chiedere la chiusura immediata di tutte le basi militari USA e NATO sul territorio italiano.
Ci impegniamo a contrastare la propaganda guerrafondaia che inonda anche l’informazione nel nostro paese. Mobilitiamoci con le parole d’ordine: NESSUNA BASE, NESSUN SOLDATO PER LA GUERRA IMPERIALISTA IN UCRAINA. FUORI L’ITALIA DALLA NATO, FUORI LA NATO DALL’ITALIA.
Tutte le bugie sulla fine della storia, sul capitalismo che avrebbe portato pace e progresso, si infrangono contro la dura realtà. Gli interessi di profitto che condannano milioni di persone a vivere in povertà, che impongono alle nuove generazioni un futuro precario e senza diritti, che devastano l’ambiente e costringono milioni di persone a fuggire dalle loro terre, sono gli stessi che oggi armano i piani di guerra. “Socialismo o barbarie” non è solo uno slogan, ma l’unica strada percorribile.