Numero chiuso? Dal Governo solo fumo negli occhi. Abolire la selezione di classe!

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Sul numero chiuso all’università il governo sta giocando con le parole. E come sempre ad una propaganda roboante, ripresa integralmente da una stampa disposta a qualsiasi cosa per un titolo acchiappa-click, segue una sostanza completamente diversa.

L’abolizione nel numero chiuso a medicina è stata inserita stamattina in una brevissima nota di presentazione della manovra da parte del Consiglio dei Ministri, come se si trattasse di una misura già inserita nel testo della manovra. Peccato che subito dopo il ministro Bussetti ha dichiarato semplicemente “non mi risulta”.

A questo dichiarazione è seguita un’ulteriore nota del Consiglio dei Ministri che parlava dell’abolizione del numero chiuso come un “obiettivo politico di medio periodo” di cui discutere con i tecnici del ministero e con le associazioni dei medici, e non come di una misura immediata.

Quindi ad ora, al contrario di quello che hanno titolato i giornali, il numero chiuso resta. Invece di giocare con le parole il governo dovrebbe dire chiaramente qual è la sua posizione sul numero chiuso. Perché oltre all’abolizione conta il sistema che si vuole implementare. Se il governo pensa di sostituire il sistema attuale con un modello cosiddetto “alla francese”, in cui semplicemente si sposta la selezione al secondo anno invece che al primo, significa cambiare la forma ma non la sostanza della selezione di classe. Ci dispiace, ma non ci caschiamo.

La lotta contro il numero chiuso è una battaglia che portiamo avanti da anni con la finalità di garantire parità di possibilità di accesso all’università contro la selezione di classe che è inevitabile conseguenza delle disuguaglianze economiche. Una lotta per andare ad intervenire a monte sul numero di medici necessari al Sistema Sanitario Nazionale, in modo da garantire a tutti il diritto alle cure mediche, contro il progressivo smantellamento del servizio pubblico favorito dalla carenza di personale.

Ora vediamo solo l’ennesima presa in giro da parte di un governo che cerca consenso solo sulla propaganda. Ma i fatti hanno la testa dura. Ci troveranno al nostro posto a lottare.

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