SALUTO ALL’ASSEMBLEA DI RICOSTITUZIONE DELLA FGCI

*Testo dell’intervento di Paolo Spena, Vice Segretario nazionale del Fronte della Gioventù Comunista, al congresso della FGCI del 24/25 settembre 2016.

Cari compagni e care compagne,

vorrei portare il saluto del Comitato Centrale del Fronte della Gioventù Comunista alla vostra iniziativa di oggi, con l’augurio che essa possa essere un contributo positivo alla ricostruzione comunista in Italia.

Il Fronte della Gioventù Comunista ha impostato da sempre la propria attività nella direzione dell’unità comunista, a partire dal percorso che ha portato alla nascita della nostra organizzazione. Oggi l’unità dei comunisti è una necessità storica, è necessario unire le forze realmente marxiste-leniniste e garantire alla classe operaia, alle classi popolari e alla gioventù la presenza di un forte e radicato partito comunista, unico strumento per un cambiamento reale e vittorioso.

La nostra generazione ha un compito fondamentale: superare gli errori del passato e procedere in questo cammino lungo e importante. Per farlo dovremo essere capaci di combattere tanto le divisioni, quanto gli opportunismi e gli errori politici. Dovremo impegnarci affinché il processo di ricostruzione comunista sia messo sul giusto binario, evitando di ricommettere nuovamente gli sbagli del passato.

Pensiamo che nell’immediato i comunisti debbano rifiutare ogni forma di alleanza con il Partito Democratico, partito che risponde agli interessi dei settori maggioritari del grande capitale e che è responsabile delle politiche antipopolari. E ovviamente rifiutare ogni forma di alleanze con la gioventù del Partito Democratico. Ma siamo convinti che i comunisti debbano anche rompere con quella sinistra che oggi è interprete e portatrice di illusioni sulla riformabilità del capitalismo, sulla riformabilità di istituzioni imperialiste come la UE e la Nato… posizioni che rendono la sinistra cosiddetta radicale una parte integrante dello schieramento delle forze borghesi. Parliamo di quella sinistra che ha gioito per l’elezione di Tsipras e che oggi porta su di sé tutte le responsabilità delle politiche antipopolari condotte nel quadro del mantenimento del sistema di compatibilità con la UE, con l’euro e con il sistema capitalistico.

Compagni e compagne, il movimento comunista, non dobbiamo nascondercelo, attraversa una fase di debolezza, che è frutto della sconfitta storica subita con la controrivoluzione in Unione Sovietica. A questo però si somma, in Italia, la mancata analisi degli errori strategici del processo della cosiddetta “rifondazione comunista”. Manca un giudizio che sia oggettivo, e non animato da religiosità e santificazione, categorie che non appartengono ai comunisti, su quella che fu chiamata la “via italiana al socialismo”, sui limiti e le contraddizioni che lo stesso Partito Comunista Italiano ha avuto nella storia del dopoguerra.

Oggi nel momento in cui il capitalismo mostra tutte le sue contraddizioni, assistiamo all’impoverimento delle grandi masse lavoratrici di fronte all’arricchimento di pochi individui; assistiamo a un incremento del processo di centralizzazione e concentrazione del capitale. Oggi più che mai c’è bisogno dei comunisti e l’analisi di Marx risulta attuale e reale. Le nuove generazioni, pur immerse nel sistema dell’egemonia del pensiero unico capitalistico, vedono ogni giorno avanzare le ragioni materiali delle nostre idee, sentono sulla pelle il carattere reale dello sfruttamento e percepiscono l’insicurezza di un futuro sempre più incerto.
Nel mondo aumenta la corsa agli armamenti, perché il contrasto tra le potenze imperialiste per il controllo dei mercati e delle risorse è un contrasto senza scrupoli, che arma le guerre, che fomenta e finanzia il terrorismo, conflitti, spinge milioni di persone ad abbandonare la propria terra. E in Europa – anche a causa della perdita di radicamento e di ottica di classe della sinistra – si rianimano vecchi e nuovi fascismi, che abbiamo il dovere di combattere.

Alle nuove generazioni di comunisti spettano questi compiti enormi ma avvincenti. Uno di questi compiti è anche ricostruire e rafforzare i legami internazionali. Siamo convinti che nella fase imperialista del capitalismo, di fronte alla globalizzazione che avanza sempre di più, sia tanto più necessario che i comunisti riconquistino strumenti di discussione e di azione unitaria a livello internazionale, che rompano isolamenti e superino i semplici contatti bilaterali, che sono del tutto insufficienti.

Abbiamo sempre operato in questa direzione, lo stiamo facendo in queste ore ad Atene con incontri che stiamo tenendo in occasione del festival della KNE, lo facciamo nelle iniziative internazionali, come l’Incontro delle Gioventù Comuniste Europee ospitato proprio alcuni mesi fa a Roma dalla nostra organizzazione. Lo facciamo nel lavoro della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica anche a partire dal prossimo Festival Mondiale della Gioventù: in merito a questo vi invitiamo a prendere parte nel Comitato promotore del Festival per l’Italia che abbiamo ricevuto l’onere e l’onore di organizzare.

Vi rinnoviamo i nostri saluti, convinti che si possa sviluppare un lavoro comune, che contribuisca fattivamente alla ricostruzione comunista in Italia, che sia foriero di discussioni per far avanzare il livello teorico e politico comune. Non per forza le gioventù devono ricommettere i medesimi errori del passato, anzi dal canto nostro siamo coscienti di avere il dovere rivoluzionario di fronte alla classe operaia e alla storia, di superare gli errori, dotare questo paese di un forte partito e di una forte gioventù comunista, impegnare ogni nostra energia e lavoro nella direzione della lotta rivoluzionaria per conquistare l’avvenire socialista del nostro paese.

Grazie, compagni.

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