STUDENTI IN PIAZZA IL 13 NOVEMBRE PER LO SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA. FGC: «GOVERNO TAGLIA ALTRI 660 MILIONI A SCUOLA E UNIVERSITÀ»
Il Fronte della Gioventù Comunista parteciperà alla manifestazione nazionale che si terrà a Roma il 13 novembre, organizzando la mobilitazione degli studenti in occasione dello sciopero generale della scuola, e promuoverà nella stessa giornata cortei studenteschi nelle principali città d’Italia. Riteniamo positiva la convocazione di uno sciopero della scuola da parte dei sindacati di base, mentre i sindacati confederali, con la CGIL in prima linea, dichiarano apertamente di “non volere un autunno caldo” e dimostrano di non aver nessuna intenzione di portare avanti la lotta lo smantellamento della scuola pubblica da parte del Governo Renzi.
La legge di stabilità presentata lo scorso 25 ottobre in Senato nasconde una riduzione dei fondi del Ministero dell’Istruzione di 661,2 milioni in tre anni, una cifra che in media è dieci volte superiore ai tagli operati sui fondi degli altri ministeri, mentre si regalano altri 27 milioni alle scuole private. Nello stesso triennio il Governo programma di spendere circa 2 miliardi e 300 milioni di euro per l’acquisto delle navi da guerra FREMM, e continua a stanziare un budget di oltre 13 miliardi per i caccia F-35. L’ennesima dimostrazione di come, al di là dei grandi proclami, il Governo Renzi operi in assoluta continuità con i tutti i governi precedenti, attuando le stesse politiche dei governi Berlusconi che scaricavano sulla scuola il costo delle politiche di austerità, nell’interesse dei grandi monopoli europei.
Il 13 novembre scenderemo in piazza chiedendo il ritiro immediato dei nuovi tagli alla scuola, rivendicando la piena copertura da parte dello Stato dei costi dell’istruzione che oggi ostacolano il diritto allo studio (dai libri di testo ai trasporti), l’abolizione dei contributi scolastici e dei finanziamenti alle scuole private. Lottiamo contro l’aziendalizzazione della scuola pubblica e l’ingresso dei capitali privati nelle scuole, contro la logica dei finanziamenti privati in sostituzione di quelli statali che consegna di fatto le scuole alle imprese private.
Chiediamo che agli studenti in alternanza scuola-lavoro sia riconosciuto un giusto salario e un limite all’orario di lavoro giornaliero e settimanale, e che i progetti di alternanza siano stabiliti collettivamente e non in base ad accordi arbitrali fra il Preside e le imprese, per verificarne l’effettivo valore formativo ed impedire che i tirocini diventino semplice sfruttamento di manodopera a basso costo per garantire maggiori profitti alle aziende, senza nessun vantaggio reale per gli studenti. La “buona scuola” di Renzi è la scuola di classe che vogliono i padroni, buona soltanto per la Confindustria. Contro questa scuola di classe è necessario organizzare il contrattacco, lottare per una scuola che sia realmente gratuita e accessibile a tutti, capace di garantirci un futuro stabile. Soldi alla scuola, non alla guerra dei padroni.