TAGLI A UNIVERSITÀ E RICERCA. FGC: «NESSUNA SORPRESA»
Nel Documento di Economia e Finanza (DEF) del Governo Renzi spuntano nuovi tagli all’istruzione. Il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) degli atenei italiani compare infatti fra le coperture delle spese previste dal DEF, per un valore di 30 milioni di euro per il 2014 e 45 milioni di euro per ogni anno a partire dal 2015. Ben 75 milioni di tagli secchi in soli due anni, che peseranno costantemente negli anni successivi e da sommare ai tagli del quinquennio 2008-2013 che si sono già ripercossi in modo drastico sul funzionamento dell’università pubblica e soprattutto sull’effettiva garanzia del diritto allo studio. Il Ministro Giannini che, non potendo negare l’evidenza, si sta già applicando per trovare un nuovo nome a questi tagli (“accantonamenti tecnici”, “contributi figurativi”, ecc) sembra quasi una riedizione delle “minori spese” della Gelmini, che farebbe ridere se non facesse piangere e dimostra come una politica compromessa non può che reggersi sui proclami, sui giochetti di parole e sulla propaganda per celare la sua vera natura.
«Non siamo per nulla sorpresi – ha commentato Paolo Spena, responsabile scuola e università del FGC – la questione vera è che il Governo Renzi, dietro le operazioni mediatiche condotte a colpi di “80 euro”, cela una sostanziale continuità con i governi Letta, Monti e Berlusconi su tutti i temi fondamentali, dimostrando il totale asservimento alle politiche imposte dal grande capitale e dall’Unione Europea. Non abbiamo mai nutrito illusioni nei confronti del Governo Renzi e siamo pronti alla mobilitazione nelle università, coscienti che la battaglia per il diritto allo studio e per un’istruzione di massa realmente pubblica e gratuita debba tradursi, oggi più che mai, nella lotta organizzata contro questo sistema.»